L’Ippodromo di Istanbul, o Atmeydani, ha avuto un’importanza rilevante sin dai tempi di Bisanzio, grazie alle sue immense dimensioni, 400 m di lunghezza e 120 di larghezza, secondo solo al Circo Massimo di Roma.
Non solo era un luogo di divertimento ma qui si sfidavano le classi politiche per ottenere la guida della città: la squadra verde rappresentava il popolo e quella blu la classe dirigente.
Dal gioco molto spesso si passò alla guerra civile: la rivolta di Nika ad esempio mise a ferro e fuoco la città per 6 giorni, provocò l’incendio di Aya Sofya e venne repressa dal generale Belisario con la morte di 30.000 insorti trucidati proprio nell’arena.
L’ippodromo è stato costruito vicino la Moschea Blu e poteva ospitare fino a 100 mila persone. Purtroppo, a causa della IV Crociata, quando Costantinopoli è stata saccheggiata, le opere di maggior valore dell’ippodromo sono andate perse.
Curiosità
- I cavalli della basilica di S. Marco provengono proprio dall’Ippodromo di Istanbul: originari di Delfi, i 4 cavalli più famosi della storia vennero posizionati prima sull’arco traiano a Roma e poi trasferiti da Teodosio a Costantinopoli. Furono i crociati a portali a Venezia, da dove Napoleone li sottrasse per sistemarli di fronte all’arco di trionfo. Fu solo alla sua caduta che i cavalli vennero restituiti alla città lagunare.
- Tra i tanti usi di questa piazza ci fu quello di “arena” di rivendicazioni e scioperi, primi fra tutti quelli da parte dei giannizzeri, cava di marmo per le moschee e passaggio di autobus, prima che venisse trasformato in giardino pubblico al servizio dei cittadini.
Costruito dal faraone Thutmosi II 3500 anni fa,venne portato a Costantinopoli da Teodosio I.
I suoi geroglifici intessono le lodi del sovrano raffigurato insieme al dio Ammone nella parte alta, mentre alla sua base sono raffigurate la vita e le gesta del faraone.
Anch’essa trafugata durante le campagne di conquiste, la colonna arriva dal tempio di Apollo a Delfi.
Rappresenta tre serpenti intrecciati le cui teste sono andate perdute nel tempo.
La sua provenienza è incerta e un tempo doveva essere ricoperto di lamine di bronzo fatte rimuovere da Costantino VII Porfirogenito.
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